domenica 15 aprile 2012

Il labirinto

C’è un agire politico di matrice aristotelico- cristiana (l’agire politico è in vista del bene comune della città) e uno, definibile realistico-machiavellico (l’agire politico è autonomo dall’etica e chi governa non è giudicabile con le norme con cui si giudicano le persone comuni). Così scriveva Norberto Bobbio, importante filosofo della politica. A ciò faceva seguire il richiamo ad una azione politica condotta con rinnovato senso etico, affermando che “ il fondamento di una buona repubblica, prima ancora delle buone leggi, è la virtù dei cittadini”. Una virtù pubblica è la mitezza: è la “non violenza attiva” di Gandhi, la politica non violenta del mite, che rispetta l’altro, lo accetta per quel che è, lo aiuta a realizzare se stesso e gli riconosce i suoi diritti. In un passo della sua “Autobiografia” dedicato a «il problema della guerra e le vie della pace», Bobbio parla del labirinto “Chi entra in un labirinto sa che esiste una via d’uscita, ma non sa quale delle molte vie che gli si aprono innanzi di volta in volta vi conduca. Procede a tentoni. Quando trova una via bloccata torna indietro e ne prende un’altra. Talora la via che sembra più facile non è la più giusta; talora, quando crede di essere più vicino alla meta, ne è più lontano, e basta un passo falso per tornare al punto di partenza. Bisogna avere molta pazienza, non lasciarsi mai illudere dalle apparenze, fare, come si dice, un passo per volta, e di fronte ai bivi, quando non si è in grado di calcolare la ragione della scelta, ma si è costretti a rischiare, essere sempre pronti a tornare indietro”. È insomma necessario che “non ci si butti mai a capofitto nell’azione, che non si subisca passivamente la situazione, che si coordinino le azioni, che si facciano scelte ragionate, che ci si propongano, a titolo d’ipotesi, mete intermedie, salvo a correggere l’itinerario durante il percorso, ad adattare i mezzi al fine, a riconoscere le vie sbagliate e ad abbandonarle una volta riconosciute”. Note che il vostro commentatore ha voluto riprodurre integralmente, quasi un viatico ed una speranza per attraversare il labirinto della nostra vita quotidiana, pubblica e privata. “Come ho detto tante volte, la storia umana, tra salvezza e perdizione, è ambigua. Non sappiamo neppure se siamo noi i padroni del nostro destino”. Ma dobbiamo agire come se lo fossimo.

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