venerdì 10 febbraio 2012

"Sostenere la comunità di vita"

La “teologia della liberazione” è una corrente di pensiero, sviluppatasi all’interno del cattolicesimo di ambiente latinoamericano, molto attenta ai temi sociali e politici presenti nel messaggio cristiano. I suoi esponenti, sin dalla fine degli anni ’60, si sono schierati al fianco dei poveri, degli umili, dei diseredati, non soltanto dal punto di vista della carità, dell’aiuto e della solidarietà, ma anche sostenendone le rivendicazioni a carattere sociale e politico. Il nome deriva dal libro omonimo del sacerdote peruviano Gustavo Gutiérrez, Teologia della liberazione, uscito nel 1971. La Chiesa ufficiale non ha mai gradito le tesi espresse da questi teologi, frati, sacerdoti, sino alla opposizione ferma di papa Giovanni Paolo II e dell’allora cardinal Joseph Ratzinger. I principali esponenti furono allontanati progressivamente dai luoghi decisionali della Chiesa, e qualcuno decise una rottura radicale. È il caso del francescano Leonardo Boff, che aveva diviso il suo impegno per anni tra l’insegnamento (come professore di teologia, filosofia, spiritualità ed ecologia) e la condivisione dell’esistenza degli ultimi e dei diseredati. Attento alle persone ed alla Madre Terra, Boff è uno studioso dei temi della sostenibilità ambientale. A questo proposito, ha scritto una sorta di decalogo, di cui riportiamo ampi stralci. Il fascino della sua visione olistica sta anche nella semplice grande forza dei concetti. “Sostenere tutte le condizioni necessarie per il sorgere di nuovi esseri: questi esistono soltanto a partire da un congiungimento di energie, di elementi fisicochimici e informazionali, che, combinati tra loro, danno origine a tutto. Sostenere tutti gli esseri: si tratta di superare radicalmente l’antropocentrismo. Tutti gli esseri costituiscono soggetti emergenti del processo evolutivo e godono di valore intrinseco, indipendente dall’uso umano. Sostenere soprattutto la Terra viva: la Terra […] stessa è viva, si autoregola, si rigenera e evolve. Sostenere anche la comunità di vita: non esiste l’ambiente come qualcosa di secondario e periferico. Noi non esistiamo, ma coesistiamo e siamo tutti interdipendenti. Sostenere la vita umana: siamo un asse singolare nella rete della vita […] Avvertiamo di essere chiamati ad aver cura della Madre Terra, a garantire la continuità della civiltà e a vigilare anche sulla nostra capacità distruttiva. Sostenere la continuità del processo evolutivo: gli esseri sono conservati e sostenuti dall’Energia di fondo o Fonte originaria di ogni essere. Sostenere la soddisfazione dei bisogni umani: lo facciamo attraverso l’uso razionale e premuroso dei beni e servizi che il cosmo e la Terra ci offrono senza i quali potremmo soccombere. Sostenere la nostra generazione e quelle che verranno dopo la nostra: la Terra è sufficiente per ogni generazione, purché queste stabiliscano una relazione di energia e di cooperazione con lei e distribuiscano beni e servizi in modo equo. L’uso di questi beni deve basarsi sulla solidarietà generazionale. Le future generazioni hanno il diritto di ereditare una Terra e una natura in buono stato”.

Nessun commento:

Posta un commento