sabato 23 giugno 2012

Discrasie, contraddizioni, cortocircuiti. Ingiustizie


Ha scritto recentemente Zygmunt Bauman (nella foto), in un articlo sul quotidiano “La Repubblica”: non riusciamo più a ragionare in maniera efficace di una società giusta. Questo deriva dal fatto che non c’è un soggetto credibile che se ne faccia promotore. Poiché “tutto nasce dal divorzio sempre più evidente tra il potere - la facoltà di porre in atto un progetto - e la politica - la capacità di decidere che cosa fare o non fare”. E il potere è trasmigrato in buona parte dallo Stato-nazione a uno spazio globale sopranazionale. Siamo globalmente interdipendenti, ma i livelli di governo sono locali. Si chiede Bauman se sia giunto il momento di colmare questo divario, questo enorme intervallo. Non ne indica però gli strumenti: una sorta di “grande fratello” governativo globale? Questo comporterebbe gravi problemi di gestibilità e di garanzia democratica. Ma voglio sottolineare alcuni elementi: i livelli di governo (nel senso del governo politicoamministrativo) sono ormai gravemente deficitari dal punto di vista rappresentativo, nel senso “classico” del termine. Nel contempo, i soggetti realmente decisori sono notevolmente scostati e diversificati da quelli, ma ciononostante non esauriscono il potere decisionale in senso complessivo (una variante ad un piano regolatore, o una mancata variante, o una riforma del lavoro scellerata eccetera sono nella potestà di soggetti di governo del primo tipo, eterodiretti quanto si vuole, ma la potestà nelle assemblee elettive è loro). Poi ci sono coloro che - la stragrande maggioranza - non stanno né qui né là. Sempre più soggetti, tra questi, decidono di starsene in disparte, magari a difendersi dai colpi, oppure si impegnano al suono delle parole dei grilloparlanti di turno. Poi c'è una costellazione di altri soggetti, variamente interessati alla sfera pubblica. Non credo che sia più possibile un modello che li integri unitariamente. Qualcosa deve saltare. Ci sono troppe discrasie, troppe contraddizioni, troppi cortocircuiti, cose che non tornano, ingiustizie. Grandi.

Nessun commento:

Posta un commento