In uno dei film più belli mai realizzati, “Fantasia”, di Walt Disney (film a
tutti gli effetti, sofisticato, curatissimo,non semplicemente un lungometraggio
di animazione), c’è un episodio dedicato all’apprendista stregone. Lo
ricorderete: Topolino o Mickey Mouse, che dir si voglia, sulla musica di Paul
Dukas, apprendista dello stregone Yen Sid, prova dei trucchi di magia senza però
conoscere come controllarli. Le conseguenze sono immaginabili. l’episodio ha un
retroterra molto colto: si tratta della ballata omonima che Wolfgang Goethe
compose nel 1797, a sua volta ispirata a un episodio del Filopseudès, ovvero
“l’amante del falso”) di Luciano di Samosata. Goethe narra di uno stregone che
si assenta e del suo apprendista che decide di usare la magia per animare una
scopa e fare le pulizie con nessuna fatica. Ma la scopa è incontrollabile, e si
sfiora il disastro, rimediato, poi, al sopraggiungere dello stregone. La morale
è chiara: meglio non cominciare qualcosa che non si sa come finire. L’immagine
di Topolino che non sa come fermare la scopa da lui animata mi è tornata in
mente, quando ho letto di alcuni sviluppi della ricerca sulla modificazione
genetica. Amo i gatti, l’ho detto più volte, quindi sono rabbrividito
ulteriormente, quando ho letto di gatti nel cui dna sono stati trasferiti geni
di specie diverse, come quello di una medusa che li rende fluorescenti quando
vengono osservati sotto la luce blu. Terribile. Si trattava, pare, di una
ricerca condotta nell’ambito dello studio delle interazioni tra il virus
dell’immunodeficienza felina e quello della sindrome di immunodeficienza
acquisita. Ma i ricercatori hanno ammesso che la ricerca non sarà utilizzata
direttamente sugli esseri umani. Allora, cui prodest? Gli animali non sono, non
possono essere, non dovrebbero essere semplici pedine di una scacchiera
eterodiretta; non sono sequenze geniche da manipolare, ma creature, a tutti gli
effetti. Sono esseri senzienti, provano dolore, sentono l’affettività, ne
manifestano. Sono convinto che chi faccia del male ad un animale potrebbe farlo
anche ad un uomo. Sono convinto che questo archivio folle di pratiche
manipolatorie stia lì, da una parte, per ora semplice (?) “gioco” scientifico,
un domani applicabile anche – chissà – a creature “superiori”. Speriamo di no,
ma gli apprenditi stregoni sono troppi e incontrollati.
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