sabato 10 settembre 2011

Figure dell'ebraismo italiano

Si sta svolgendo, in molte città, la Settimana della Cultura Ebraica: una serie di iniziative, incontri, concerti, spettacoli teatrali, percorsi enogastronomici, mostre, in collegamento alla dodicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. E’ appena il caso di ricordare l’importanza e l’influenza che la cultura ebraica ha avuto nel nostro Paese: una presenza ancora forte e vivace. Lo testimonia lo stesso tema della Giornata di quest’anno: Ebr@ismo 2.0: dal Talmud a Internet. Una sfida a costruire percorsi nella modernità, pur affondando azioni e riflessioni in radici millenarie e straordinariamente feconde. Per questo, vorremmo parlare di tre figure dell’ebraismo italiano, non molto conosciute ma di grande rilevanza: Elia Benamozegh, Graziadio Isaia Ascoli e Federigo Enriques. Un rabbino, filosofo e studioso della Kabbalah; un linguista e glottologo, e un grande matematico. Benamozegh era di origine marocchina: un’esperienza, la sua, collocata nel circuito mediterraneo formatosi tra Livorno (dove nacque nel 1823) e i Paesi dell’ebraismo sefardita. Si trovò a vivere nella stagione dell’Unità d’Italia: sarebbe troppo lungo approfondire il rapporto tra identità ebraica e questione nazionale, in tutta Europa. Diremo che Benamozegh, pensatore colto e geniale, si batte per un “ebraismo integrale”, capace di vivere nel proprio tempo, ma con un equilibrio etico di valori, in accordo con le esigenze dello Stato nazionale e liberale. Un ebraismo religioso e popolare, ispirato alla Torah, ai profeti e alla complessa tradizione che comprendeva il patrimonio mistico-speculativo della Qabbalah. Graziadio Isaia Ascoli, goriziano, fu professore di linguistica all'Accademia scientifico-letteraria di Milano e direttore dell'Archivio glottologico italiano fondato nel 1873. Ascoli orienta il proprio lavoro di docente a «preparare gli allievi all'insegnamento istorico del latino, del greco e dell'italiano». Fu nettamente avverso al fiorentinismo di Manzoni perché per Ascoli lingua è cultura, abitudine al rigore del ragionamento scientifico e la proposta di Manzoni, oltre a contenere il pericolo del formalismo, era stata ormai oltrepassata dal superamento che la lingua aveva fatto dei dialetti. La lingua doveva riflettere la cultura nazionale moderna a tutti i livelli escludendo la «tersità» del «popolanesimo» dell'«ajuola fiorentina». E, dopo il 1870, Ascoli affronta gli studi di dialettologia italiana per “l'esigenza di unire ancor più intimamente la disciplina da lui professata alla vita culturale della nazione, di creare una scuola, saldamente organizzata sul modello tedesco, la quale esplorasse in modo sistematico la varia e complessa fisionomia linguistico-etnografica dell'Italia e ne illustrasse la formazione storica” (Timpanaro). Federigo Enriques, nato anch’egli a Livorno nel 1871, fu studioso di geometria, di algebra e di storia della scienza. Docente universitario, fu direttore della Sezione Matematica dell'Enciclopedia Italiana, in collaborazione con Gentile. Convinto assertore della genesi psicologica delle teorie scientifiche, in opposizione alle interpretazioni convenzionalistiche e formalistiche della matematica, Enriques, contrario alla dialettica hegeliana, si trovò stretto tra lo storicismo di Benedetto Croce, l'attualismo di Giovanni Gentile e la crisi del positivismo italiano. “L'organamento attuale della produzione scientifica trae la propria fisionomia dal fatto che i rapporti reali vengono circoscritti entro discipline diverse, le quali ognora più si disgiungono secondo gli oggetti a secondo i metodi di ricerca”: per Enriques, lo spazio ed il ruolo della filosofia sono delineati come sintesi delle conoscenze scientifiche e non come autonoma speculazione, indipendente da ogni acquisizione scientifica. Sono poche note, giusto per tentare di dare conto della grandezza di questi personaggi. Le ignobili leggi razziali fasciste del 1938 e la successiva complicità con la Shoah colpirono tante persone innocenti, ma anche, e in profondità, la nostra cultura nazionale.

Nessun commento:

Posta un commento