sabato 3 settembre 2011

Mappe, carte, finestre


Fu Strabone, intellettuale e geografo
nativo dell’Asia minore, vissuto a
cavallo del passaggio all’era cristiana,
a suggerire la rappresentazione del
mondo su fogli di carta piani, adottando
una scala. La storia della rappresentazione
del mondo attraverso mappe
e carte è affascinante: Anassimandro,
nel 550 a.C., disegnò il mondo abitato,
Tolomeo Claudio, nel II secolo d.C.,
fu in grado di determinare la longitudine
e la latitudine di talune località e di
realizzare una ventina di carte regionali
del continente europeo; Raimondo
Lullo, nel 1305, disegnò l’affascinante
albero della scienza. Ne parlerò brevemente:
le radici sono i principi trascendenti
o dignità divine e i principi relativi
dell’arte; i rami costituiscono la silva
delle scienze, ciascuno dei quali, a sua
volta un vero e proprio albero, si divide
in sette parti (radici, tronco, branche,
rami, foglie, fiori e frutti). Tra questi
rami, l'arbor semplificalis, nel quale si
espongono figurativamente tutti i contenuti
del sapere, perché la scienza si doti
di una dimensione letteraria che la renda
atta alla divulgazione, e l’arbor quaestionalis,
che affronta tutta la materia
in forma di domande. E’ interessante
proprio questo aspetto: l’unità sistematica
del sapere è garantita, ma al suo
interno c’è uno spazio importante per la
dimensione della domanda. Aristotele
sapeva che l’anima non pensa senza
immagini, e da sempre, possiamo
dire, la filosofia ha affrontato la sfida
di dare una rappresentazione sensibile
alle idee. Rappresentazione e misura:
due termini fortemente filosofici, due
termini della cartografia. Il fiammingo
Gerhard Kremer, o Gerardus Mercator,
nel 1569 ideò un sistema di proiezione
noto come proiezione di Mercatore, e fu
il primo a utilizzare la parola “atlante” per
indicare una raccolta di carte. Atlante era
il Titano condannato da Zeus a reggere
sulle proprie spalle l’intera volta celeste,
come punizione per aver partecipato alla
rivolta contro gli dei olimpici. Gli atlanti
sono finestre sul mondo: la finestra
separa e unisce, è soglia, introduce al
mistero del mondo al di là del nostro stare
e induce ad andare, oppure convince
al posizionamento: “stare alla finestra”, è
un modo di dire per il disimpegno. Tutto
il mondo può essere letto come una sfolgorante
foresta di metafore.

pubblicato il 20 maggio 2011

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