venerdì 26 agosto 2011

COMUNITA’, SOCIETA’, SOLIDARIETA’


Comunità o società? La domanda non presuppone una scelta di campo, non è come chiedere – io sono di altri tempi – Bartali o Coppi? Il grande studioso tedesco Ferdinand Tonnies, alla fine dell’Ottocento, lavorò sui due concetti, Gemeinschaft (la comunità) e Gesellschaft (società). Che cos’è la comunità, secondo Tonnies? È una convivenza durevole, intima ed esclusiva i cui protagonisti sono uniti da un rapporto fortemente sentito, basato sul consensus, sulla reciproca comprensione. Si appartiene volontariamente alla comunità, e qui il concetto già si complica, perché lo stesso Tonnies individua l’appartenenza ne “la medesima origine, gli stessi sentimenti e la stessa aspirazione fondamentale”. Manca comunque il dato della costruzione razionale del vivere associato: Tonnies è avversario del razionalismo illuminista e del filone contrattualista. La comunità si basa su retaggi ancestrali, antichi, quasi archetipali; la necessità del vivere in società è sollecitata dalla dimensione utilitaristica, ed in quanto tale, i suoi legami sono più blandi e fondati, appunto, sull’utile reciproco. Le ragioni del funzionamento sociale si basano su una visione meccanicistica dei rapporti, la comunità riveste un carattere quasi olistico. Da una parte il cuore, dall’altra l’intelletto. Da una parte – possiamo dire - legami gerarchizzati e ancestrali, dall’altra forme contrattualistiche moderne e potenzialmente democratiche. Alla dimensione comunitaria si rifanno molte teorie che criticano l’evoluzione capitalistica delle forme di vita, basate appunto sull’utile e sul meccanicismo di rapporti reificati e alienanti. Un altro sociologo, Talcott Parsons, definisce la comunità come quel tipo di collettività «i cui membri condividono un'area territoriale come base di operazioni per le attività giornaliere», giungendo però a parlare, all’interno del meccanismo societario, di una «comunità societaria» che ha come funzione l'integrazione. Infatti, nella società gli esseri umani sono essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante tutti i legami. L’emergere dei caratteri societari tende anche a produrre divisione di interessi, conflitti, difficoltà di adattamento. Ancora, Max Weber individua il concetto di comunità al livello delle relazioni sociali. Una relazione sociale è definita comunità « se a nella misura in cui, la disposizione dell'agire sociale poggia su una comune appartenenza, soggettivamente sentita (affettiva o tradizionale) dagli individui che ad essa partecipano». Si parla invece di associazione «se, e nella misura in cui, la disposizione dell'agire sociale poggia su una identità di interessi, oppure su un legame di interessi motivato razionalmente (rispetto al valore o allo scopo)». Una dicotomia che richiama quella di Tonnies, ma con un livello di complessità maggiore, in quanto Weber articola le due categorizzazioni nelle reciproche forme di intersezione e interdipendenza. La modernità vede un grande sviluppo della solidarietà sociale, intesa nel senso di concreta partecipazione e di aiuto alle difficoltà in cui altre persone siano venute a trovarsi: un’azione dinamica a favore dì persone, strutture, situazioni che hanno difficoltà a mantenere un equilibrio socio-economico sufficiente a svolgere il proprio ruolo nella società. Quasi un ricostituire legami comunitari all’interno della struttura sociale. La realtà è raramente univoca e schematizzabile.

pubblicato il 18 febbraio 2011

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