sabato 27 agosto 2011

LIBERTA’ VA CERCANDO…


“Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli altri astri, o i problemi riguardanti la generazione dell'intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c'era pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all'agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. E' evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa”. Così scrive, nella “Metafisica”, uno dei più grandi filosofi dell’antichità classica, Aristotele. Libertà come non esser asserviti ad altro che non al proprio “consistam”. Meraviglia, desiderio di conoscenza, libertà: una sequenza che affascina ancora oggi. Molti secoli dopo, Kant dirà che il dovere e la volontà buona innalzano l'uomo al di sopra del mondo sensibile, fenomenico, dove vige il meccanismo delle leggi naturali, e lo fanno partecipare al mondo intelligibile, noumenico, dove vige la libertà. La libertà quindi è l'indipendenza della volontà dalla legge naturale dei fenomeni, ossia dal meccanismo causale naturale. Questa libertà, che non spiega nulla nel mondo dei fenomeni, spiega invece tutto nella sfera morale. La volontà è in grado di autodeterminarsi, e da qui scaturisce il senso positivo della parola libertà: l’autonomia. Ancora un salto nel tempo. Per Hannah Arendt, che di Kant fu attenta studiosa, ciascuno è un inizio, un cominciamento: inizio di ogni discorso e di ogni possibile percorso. Studiosa anche di Agostino, su cui lavorò per la tesi di laurea, cita la sua frase: “perché vi fosse un inizio fu creato l'uomo, prima del quale non esisteva nessuno”. L’essere umano è inizio e capacità di agire: di prendere l'iniziativa per affermare la libertà. “Libertà come dono supremo, conferito, a quanto pare, solo all'uomo fra tutte le creature della terra: dono del quale possiamo trovar tracce e segni in quasi tutte le attività umane, e che peraltro si sviluppa appieno solo quando l'azione riesce a crearsi uno spazio nel mondo, dove la libertà può <<apparire>>, uscendo dal proprio nascondiglio". Liberiamo la libertà, dunque.

pubblicato il 25 febbraio 2011

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