sabato 20 agosto 2011

Un elenco


Anch’io vi farò un elenco, oggi. Un elenco di citazioni, in cui leggere alcuni dei motivi per cui la filosofia è importante, o almeno, in molti la riteniamo importante, o almeno, io penso che sia importante. Cominciamo con una filosofa, Iris Murdoch, che ha lavorato in vari campi disciplinari, utilizzando anche la forma del romanzo e, pure, la forma del dialogo platonico: “Filosofeggiare significa esplorare il proprio temperamento, ma in pari tempo tentare di scoprire la verità”. Un intreccio sintomatico tra dimensione soggettiva e dimensione oggettiva, tra il confronto con la realtà ed il pathos dell’interiorità. I termini che Murdoch utilizza sono “esplorare” e “scoprire”. Troviamo lo stesso valore semantico in Socrate, che, secondo la testimonianza del suo allievo più grande, Platone, diceva: “La vita non sottoposta ad esame non vale la pena di essere vissuta”. Conosci te stesso, infatti: perché, come avrebbe detto molti secoli dopo Jean-Paul Sartre, “L’uomo altro non è se non ciò che fa di se stesso”. Una dimensione potentemente soggettiva, propria di un pensiero filosofico che farà fulcro sulla pratica della libertà. Sulla coppia libertà-dovere lavora la riflessione di Immanuel Kant, secondo cui è necessario ottemperare al dovere morale perché la legge morale è fine a se stessa, ed è dettata dalla ragione. Scrive Kant: “Assicurare la propria felicità è un dovere, perlomeno indirettamente; infatti l’insoddisfazione per la propria condizione di esseri oppressi da molte ansie e bisogni insoddisfatti può facilmente diventare una grande tentazione e trasgredire il dovere”. Per Kant, l’autonomia della morale si fonda sul fatto che l’”imperativo categorico”, quale “forma a priori”, discende direttamente dalla ragione. Scrive infatti: “Ciò che io riconosco immediatamente come legge per me, lo riconosco con rispetto: e questo non è altro che la coscienza della subordinazione della mia volontà a una legge, senza alcuna mediazione della sensibilità”. Non ha quindi “valore morale” l’azione che deriva da una “causa” esterna alla ragione, ma non l’ha neanche quella che deriva da una “finalità”.“E’ quindi la legge morale della quale diventiamo consci (appena formuliamo le massime della volontà), ciò che ci si offre per il primo e che ci conduce direttamente al concetto della libertà, in quanto la ragione presenta quella legge come un motivo determinante che non può essere sopraffatto dalle condizioni empiriche perché del tutto indipendente da esse”. Con la posizione kantiana che postula lo stretto rapporto tra dovere e libertà chiudiamo queste brevi note sulla essenzialità della filosofia per la vita. Essenzialità cognitiva, pratica, debitrice al dovere, alla libertà ed, anche, al piacere. Non senza, però, aver letto questi versi di Thomas Stearns Eliot: “Non cesseremo di esplorare/e alla fine della nostra esplorazione/Arriveremo dove abbiamo cominciato/E per la prima volta
conosceremo il luogo”.

pubblicato il 3 dicembre 2010

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