sabato 27 agosto 2011

I CILIEGI E LA SCIENZA


Nel 1986 accade un grave incidente alla centrale nucleare di Chernobyl: si sprigiona una nube radioattiva, che, nel giro di pochi giorni, si irradia nei cieli di Europa. Si teme la contaminazione di latte, verdure, carni degli animali. Si apre un dibattito sul senso ed il limite della scienza. Il limite: una categoria che si scontra con il prometeismo tipico del pensiero scientifico occidentale. Insomma, la costruzione del totem del progresso scientifico e tecnologico. Da qui si sviluppò un importante pensiero, che vide protagoniste soprattutto le donne: scienziate ed epistemologhe come Elisabetta Donini ed Evelyn Fox Keller sostenevano un paradigma di “fare scienza differente”, attraverso forme e procedure più vicine all’empatia che all’invasività. Cominciarono a circolare sempre di più parole come senso del limite, compatibilità e sostenibilità, etica della cura, complessità, e non solo nel mondo occidentale, ma anche in quei Paesi in cui un progresso travolgente portava anche danni irreversibili all’ambiente, alla natura, all’ecosostema tutto, e quindi anche alle relazioni umane. Si pensi all’indiana Vandana Shiva, che raccontava delle donne che abbracciavano gli alberi perché non venissero abbattuti. Una grande scrittrice tedesca, Christa Wolf, scrive “Guasto”: un libro in cui l’autrice racconta una giornata. Un guasto, un’avaria, una crepa nel sistema scientifico e produttivo, una crepa nel sistema culturale e di pensiero di un mondo intero. Racconta di una giornata del maggio 1986, in cui, nella sua casa di campagna – una giornata di cielo radioso e di ciliegi in fiore – lei stessa ascolta la radio (la nube radioattiva è arrivata sulla Germania) e aspetta lo squillo del telefono: suo fratello sta subendo un delicatissimo intervento chirurgico alla testa. A epigrafe del libro, una frase di Carl Sagan: “Non abbiamo mai separato l’uccidere dall’inventare. Tutt’e due derivano dall’agricoltura e dalla civiltà”. Scrive Wolf: “[credevamo] che la scienza, il nuovo Dio, ci avrebbe fornito tutte le soluzioni che gli avessimo chiesto”. Non è stato così, non è così. Il margine di rischio proprio di ogni attività umana diventa ineluttabilmente irreversibile, in certe circostanze. Un mondo in cui la 'launische Forelle' di Schubert, la trota capricciosa, è ridotta a deposito di scorie radioattive. I ciliegi in fiore. Vengono in mente i ciliegi giapponesi. (Christa Wolf è nata a Landsberg nel 1929 e vive a Berlino. Molti suoi scritti sono tradotti in italiano).

pubblicato il 25 marzo 2011

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